L’omologazione dei linguaggi della comunicazione permette giochi arditi, un tempo impensabili. Ed è così che la nuova campagna di Bersani (mi riferisco solo ai banner ed ai manifesti) potrebbe sembrare mille cose diverse. Giocando con i parallelismi semiotici, assomiglia ad un manifesto di Dolce e Gabbana.
Sguardo serio, stile pulito, camicia bianca, cravatta, pantalone. Un formale informale. E quel tocco di classe dell’orologio in vista come per dire: facciamo attenzione al tempo (quello che l’Italia sta perdendo) ma tranquilli, io ho l’orologio (il controllo sul tempo, sulla situazione).
Senza nulla togliere al messaggio e alla forza della campagna da poco avviata, si sta consolidando nel campo della comunicazione una tendenza al conformismo che, se da un lato gioca a favore di chi la pubblicità la vede (lo sforzo interpretativo, appoggiandosi su esperienze reiterate e consolidate, è minimo), dall’altro riduce la creatività e l’originalità a semplice “solletico” o “occhiolino“. Elettore! Ti presento Bersani come fosse un modello perchè è questo tipo di manifesti ed immagini che continuamente vedi per le strade, mentre guidi, sulle riviste, dal parrucchiere.
Nella pubblicità si sta formando un cartello, la Posa Nostra.