Viaggiare in Albania: cosa fare e vedere in una settimana
29 Ottobre 2013

Quest’estate abbiamo visitato l’Albania. Ma cosa vedere, dove arrivare, come spostarsi in Albania?
I troppi anni osservando le montagne albanesi da Otranto non facevano che invitarci nella terra delle aquile. Ed ecco la scelta: io e Natalia, scarpe comode, zaino in spalla, senza auto, moto, bicicletta, gps.

Come arrivare, come muoversi e cosa vedere in Albania in una settimana

traghetto Brindisi Valona
L’arrivo a Valona con il traghetto da Brindisi

Il nostro viaggio alla scoperta dell’Albania ha avuto un importante limite: il tempo. Avevamo a disposizione una sola settimana di fine agosto, che non è molto, e per di più eravamo in altissima stagione. Abbiamo così deciso di prendere un traghetto da Brindisi per Valona, seguire la costa sino ad arrivare in qualche modo a Igoumenitsa, in Grecia, da dove ci saremmo reimbarcati per Italia.

Visitare l’Albania in una settimana

Le tappe, una vera e propria marcia forzata, sono state:

  • Giorno 1: arrivo e visita a Valona. Palazzoni ma anche un belvedere meraviglioso, una piccola moschea (raro vederne di ben conservate in Albania);
  • Giorno 2: partenza per Dhermi, spiagge e mare per la classe alta. riusciamo a fuggire dalla musica di discoteca spostandoci di poche centinaia di metri;
  • Giorno 3: partenza per Porto Palermo, una baia meravigliosa presidiata da un castello che è stato fascista/nazista/russo/cinese;
  • Giorno 4: partenza per Saranda, cittadina sul mare e luogo di villeggiatura estiva per i Kosovari alla ricerca di un bagno;
  • Giorno 4: visita a Butrint, antica fortificazione Romana, la miglior conservata di tutti i balcani;
  • Giorno 5: visita a Argirocastro, città dell’interno e dalle caratteristiche case in pietra, sorvegliata da un imponente castello. Qui nacque Ismail Kadare;
  • Giorno 6: ci spostiamo a Corfù e restiamo sbalorditi dal contrasto. Sembra di stare in Italia, l’ospitalità è proporzionale alla spesa. Vogliamo tornare in Albania.
  • Giorno 7: arriviamo a Igoumenitsa per imbarcarci per Brindisi. Qui la tragedia: scopriamo di aver sbagliato giorno (sì), ci imbarchiamo nel primo traghetto libero disponibile – posto ponte – che ci restituisce distrutti ad Ancona dopo 17 ore di navigazione. Vogliamo tornare in Albania.

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Come muoversi in Albania

Ci siamo mossi principalmente in minibus, piccoli autobus privati che fanno continuamente la spola tra le principali città ed i villaggi sparsi. Gli autisti spesso provengono da questa fitta rete di paesini e si guadagnano la vita trasportando i pendolari verso le città la mattina presto, riaccompagnandoli poi nel pomeriggio. Conviene quindi, per non rischiare di rimanere a piedi, viaggiare di mattina o al massimo nel primo pomeriggio.

Verso Porto Palermo
Aspettando il minibus a Dhermi verso Porto Palermo. I numeri dei taxi sono dipinti sul bordo del marciapiede

Gli orari di partenza, pur essendo precisi e fissati, non sono facilissimi da rintracciare. Conviene sempre chiedere o posizionarsi nelle strade di uscita dalle città o dai paesi ed aspettare.  Il prezzo? Molto basso, circa 200 Lek l’ora (1,4€). Sui minibus ci si siede dove si trova, spesso anche su delle piccole sedie di plastica da montare nel bel mezzo del corridoio. Fantastico.

Valona  dall'alto del Belvedere
Valona dall’alto del belvedere

In un caso non abbiamo trovato un minibus libero (spesso gli autisti favoriscono chi assicura lunghe tratte e non chi si muove da paese a paese) ed abbiamo viaggiato in taxi spendendo circa 3.000 Lek (21 euro) per due ore di viaggio (prezzo per turisti). I numeri telefonici per chiamare un taxi si trovano dovunque, spesso dipinti a caratteri digitali nelle vicinanze delle “fermate” dei minibus.

Non abbiamo disdegnato nemmeno l’autostop (a dire il vero stavamo per farlo quando un automobilista di passaggio si è proposto): due ore di viaggio per le dissestate strade della costa, parlando di Berlusconi (“un uomo da ammirare”) e di Berlusconi (“Donne!”), che abbiamo ripagato con 1.000 Lek (7 euro) per il disturbo.

Dove dormire in Albania

Avevamo prenotato solo una delle 7 notti albanesi: la seconda, a Dhermi. Ed è stata forse la peggiore. Per il resto ci siamo mossi in piena autonomia, chiedendo volta per volta informazioni ai locali o ad altri turisti (kosovari o macedoni). Quanto abbiamo speso? Quando ci è andata bene sui 15 euro a notte (in tutto), quando male sui 30. Ma si può spendere molto di meno, specialmente in bassa stagione. Noi, distrutti dal peso degli zainoni, sudati e con l’obbligo di massimizzare il tempo a disposizione, ci siamo limitati a scegliere le soluzioni più veloci. Pensioni, stanze in appartamenti, piccoli chalet in legno dove l’acqua corrente è acqua di mare: abbiamo visto un poco di tutto. La regola è sempre una: chiedere chiedere chiedere, e dimenticatevi internet (e vai!).

Come sono gli albanesi?

Scordatevi ogni pregiudizio, ve lo dice uno che temeva di incontrare sfilate delle SS a Berlino: gli albanesi sono persone meravigliose, molto ospitali e gentili. La storia dell’Albania è la storia di un popolo orgoglioso, preso a schiaffi e impoverito da una serie incredibilmente lunga di conquistatori (anche da noi). Solo in questi ultimi anni l’Albania sta iniziando a conoscere qualcosa di simile alla stabilità politica ed economica, entrando di diritto tra gli stati candidati per l’ingresso nell’Unione Europea.

Valona
Lui ha un bar sul lungomare di Valona. Ma ha lavorato come muratore a Maglie, il mio paesino. Chiuso questo cerchio, ci ha offerto delle birre, così, per festeggiare.

Nel corso del viaggio ci siamo spesso sentiti dire:“Rispettiamo molto l’Italia e gli italiani perché ci hanno dato lavoro quando qui eravamo disperati, e questo non lo dimenticheremo”. Sentirsi ripetere una frase del genere, tenendo bene in mente come abbiamo trattato questa gente, non è il massimo, ve l’assicuro.

Ora però siamo turisti, le riviste specializzate iniziano a parlare delle bellezza dell’Albania, si stanno costruendo i primi resort ed il turismo sarà uno dei settori trainanti dell’economia albanese. Sarete spesso classificati come turisti, non come antropologi: ci sarà sempre chi cercherà di gonfiare i prezzi o proporsi come guida turistica. Memorizzate quindi il cambio Lek/Euro (noi utilizzavamo direttamente i bancomat albanesi per prelevare in Lek) e prendete ad esempio qualche prezzo “Standard”: una bottiglia piccola d’acqua vi costerà sui 50 lek (35 centesimi), una buonissima birra Korça sui 120 lek (90 centesimi).

Valona, monumero per l'indipendenza del 1912
Fatemelo ora un monumento con questa forza

Questo è un post corto, ne seguiranno magari altri, uno per ogni tappa del viaggio. Perché una settimana in Albania ci è stata stretta ed è importante non dimenticare. Bisognerà assolutamente tornarci.

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