Prendiamo il caso di Barabba. Barabba il ladrone, il criminale, evasore del canone Rai. Barabba l’esempio da non seguire. Eppure osannato dalla folla, liberato dal popolo chiamato a scegliere se farla passare franca a lui o al Nazareno. Ponzio Pilato non ha nessuna voglia di crocifiggere il trentatreenne ma non vuole nemmeno far scontento il popolo. A quest’ultimo quindi l’onere della scelta, il prefetto rinuncia al ruolo di detentore del potere e della legge e anticipa i tempi della democrazia liquida in chiave italica.
House of Cards è una serie meravigliosa, bibbia dei tempi moderni per i cultori della comunicazione politica. Mettiamo il caso sia così.
Frank Underwood, protagonista assoluto, è un politico americano sfacciato, cinico, arrivista, criminale. Ma è simpatico, crea empatia con lo spettatore, che fissa spesso negli occhi rompendo clamorosamente, ma genialmente, lo schema della narrazione.
House of Cards ci racconta la politica americana, ci fa entrare nelle pieghe nascoste della democrazia più evoluta del mondo, ci mostra il re nudo dietro i sorrisi e le strette di mano. E nel farlo non esprime nessun giudizio, lascia allo spettatore, proprio come Ponzio Pilato, la possibilità di decidere chi uccidere, chi catalogare come buono e chi come cattivo. Ma le prove sono tante e sotto gli occhi di tutti. E invece.
La politica italiana nel prendere ad esempio la seguitissima serie americana, nel riconoscerla come interlocutrice politica nella narrazione delle vicissitudini italiche, si cala totalmente nella fiction e le regala valore di realtà. Facendo così legittima e approva, con la carta dell’ironia, una maniera di far politica dove furbizia e legge del più forte trionfano. Lo so, sarà pure stato sempre così, ma nei discorsi di chi ci amministra queste stesse logiche venivano un tempo additate come vergognose e da censurare. Ora non ce n’è più bisogno.
Certamente il far riferimento a schemi e immagini popolari facilita il lavoro del comunicatore politico, il paragonarsi o relazionarsi con un fenomeno di successo rende più vittoriosa ed ottimista l’immagine di chi comunica. Ma attenzione a non esagerare, di serie nuove e promettenti se ne vedono varie al mese.
Fateci caso: nella possibilità che House of Cards conosca nuove stagioni (un tempo avrei detto “Non conoscendo ancora l’altezza di Dio”), la prospettiva di precipitare assieme alle sorti dei personaggi della serie rimane dietro l’angolo.
Bonus track: West Wing, tutti gli uomini del Presidente (2002/2010). Una signora serie.