Il 17 aprile voteremo per il “Referendum sulle trivelle“, meglio conosciuto come “consultazione popolare per l’abrogazione del comma 17 dell’articolo 6 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152 (Norme in materia ambientale)”. Per farla breve, siamo chiamati a decidere sulla permanenza o meno degli impianti di estrazione di gas e petrolio in mare (ma solo quelli entro le 12 miglia marine dalle nostre coste) una volta scaduta la concessione. Al momento le piattaforme già esistenti (di nuove non se ne possono più costruire, su divieto dello stesso Governo) possono continuare a sfruttare i giacimenti fino ad esaurimento della risorsa, vedendosi rinnovata periodicamente la concessione.
Cosa succede se si vota Sì o No
al referendum del 17 aprile 2016
Quindi, votando Sì: scaduta la concessione le piattaforme di estrazione di gas e petrolio posizionate entro le 12 miglia dalla nostra costa dovranno terminare le loro attività.
Votando NO: scaduta la concessione le piattaforme di estrazione di gas e petrolio posizionate entro le 12 miglia delle nostre coste potranno chiedere il rinnovo dei permessi estrattivi, e così fino a esaurimento delle risorse sotterranee.
Le due fazioni hanno iniziato a scannarsi solamente da pochi giorni, specialmente sui social network. Ed è una guerra di hashtag, infografiche, interpretazioni, accuse di poca trasparenza da un lato e antidemocraticità dall’altro. Insomma, niente di nuovo.
Nel quasi titanico compito di studiare il fenomeno ho deciso di restringere il mio campo di analisi a Twitter, individuando gli hashtag principali per il Sì e per il No e avviando un monitoraggio. Si tratta di una raccolta automatica e in diretta di tutti i tweet prodotti sul tema e che contengono almeno uno degli hashtag delle diverse campagne. Una lista oggettiva che mette in risalto la viralità dei differenti messaggi, l’autorità percepita su Twitter di chi si sta impegnando in uno dei due lati, il numero di apprezzamenti e retweet dei messaggi.
Il numero dei Tweet per il Sì e per il No
al referendum sulle Trivelle
I dati si riferiscono ai tweet lanciati dal 17 marzo ad oggi, e si aggiornano automaticamente ogni 5 minuti.
Tra le cause del numero basso dei tweet per il NO al referendum non tralascerei il “non parlarne per scelta” che su Twitter fa rima con l’astensionismo. Anche i Retweet partecipano alla somma del totale, valendo come un tweet autonomo (alla fine lo sono, nelle intenzioni di chi lo ridiffonde). Gli hashtag monitorati sono questi qui in basso.
#sivotasì – #votasì
#stoptrivelle – #Notriv
#nostopitaly
#sìtriv
Le parole di chi vuole fermare le trivellazioni in mare
Il wordcloud delle conversazioni per il sì al referendum contro il rinnovo delle concessioni per le trivellazioni in mare entro le 12 miglia dalle nostre coste (che fatica scriverlo ogni volta).
Le parole di chi non è contrario al rinnovo delle concessioni per le estrazioni in mare, fino a esaurimento scorte
Il wordcloud delle conversazioni per il no al referendum contro il rinnovo delle concessioni per le trivellazioni in mare entro le 12 miglia dalle nostre coste.
Le relazioni e le campagne parallele
Eugenio Maddalena ha scaricato i dati delle conversazioni al 30 marzo, analizzando le relazioni su twitter tra chi partecipa alle discussioni sul referendum del 17 aprile, ottenendo una rappresentazione molto interessante e chiara delle reti di influenza tra utenti.
Ecco le sue conclusioni e il link per scaricare il pdf navigabile:
- Greenpeace Italia sta conducendo la campagna più grossa (sostenuta da Legambiente Onlus);
- Alessandro Di Battista (quindi il M5S) sta facendo la sua contro-campagna a parte, ma ben lontano da Greenpeace e dall’account referendario ufficiale;
- Matteo Renzi finisce al centro, citato e tirato in ballo un po’ da tutti per forza di cose;
- Michele Emiliano dialoga molto con la comunità dei votanti vicini a Greenpeace (coerentemente con le sue dichiarazioni sul referendum).
**Nota metodologica**
- Grafo ottenuto con NodeXL Pro + Gephi (colore: Modularity Class; dimensioni dei nodi: B-centrality)
- 18.000 i tweet analizzati, al momento complessivamente sono poco più di 20.000, quindi la fotografia dovrebbe essere abbastanza realistica;
- I tweet sono quelli che includono tutti gli hashtag, sia pro, sia contro il referendum.
- Scarica la versione navigabile in PDF;
Osservazioni o suggerimenti di modifica per migliorare il grafo sono davvero ben accette!
Apriamo i dati dei tweet sui referendum sulle trivelle
Per chi volesse scorrersi le conversazioni su Twitter sul Referendum del 17 aprile sulle trivelle (che poi si dice “Consultazione popolare per l’abrogazione del comma 17 dell’articolo 6 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152 (Norme in materia ambientale)”, ecco qualche link:
- Tutti i tweet, aggiornati in tempo reale, dei sostenitori del NO al referendum del 17 aprile, con il numero dei Retweet, e dei “mi piace” per ogni messaggio;
- Tutti i tweet, aggiornati in tempo reale, dei sostenitori del SÌ al referendum del 17 aprile, con il numero dei Retweet, e dei “mi piace” per ogni messaggio;
Disclaimer: i dati che diffondo si riferiscono ad un monitoraggio automatico su Twitter, sono raccolti grazie alle ricerche pubbliche su Twitter e si riferiscono ai soli tweet giù di pubblico dominio, come lo sono tutti i dati che accompagnano le singole voci degli elenchi.
Dove informarsi sul referendum del 17 aprile 2016
- La circolare ministeriale di indizione del Referendum (Ministero dell’Interno);
- La sezione dedicata sul sito del Ministero dell’Interno;
- Quante persone potranno votare al Referendum del 17 aprile? Gli elettori saranno 47.212.590, di cui 22.700.892 maschi e 24.511.698 femmine: i numeri del Ministero dell’Interno;
- Comitato “Vota Sì per fermare le trivelle“
- Comitato “Ottimisti e Razionali” per il NO al referendum del 17 aprile;