Il 2 giugno è la festa della Repubblica, si celebra l’esito del referendum che nel 1946 proclamò la nostra attuale forma di governo. I nostri padri e nonni scelsero la Repubblica, affossando definitivamente l’opzione monarchica. Due giugno festa di tutti noi quindi, della nostra unità e della nostra pazienza.
Come per ogni compleanno, ognuno regala quel che può: c’è chi porta lo sfilatino, chi prepara la torta. Le Forze Armate (giustamente, secondo molti punti di vista), sfilano. E lo fanno con tutti i loro mezzi, aerei, elicotteri, carri armati e motociclette. Quanto costa montare tutto ciò? Si stima che tra logistica, movimento mezzi, palchi, benzina e frecce tricolori si spendano circa 3 milioni di euro.
Non penso sia un regalo poco caro, ma nemmeno una cosa assurda: la parata militare fa parte del patto sociale che stipuliamo all’entrare in società, e chi è delegato a governarla deve far di tutto per cementificare sentimenti come l’unità, la sicurezza, la forza, il “non vi preoccupate che c’abbbiamo, volendo, le armi pesanti”. Non condivido nulla della mia ultima frase ma è il bello della democrazia e della Repubblica, tra l’altro.
L’emergenza terremoto, in questi momenti di crisi economica, ha fatto riflettere molti sull’effettiva necessità di una tale spesa. Ci si è divisi tra #sì2giugno e #no2giugno e, come al solito, siamo tutti belli ed arroccati sulle nostre posizioni difendendo il mezzo, e non il fine.
Io invece sognerei una festa della Repubblica che, smontata baracca e burattini da Roma, traslocasse interamente a Modena. Una parata militare ridimensionata ma presente, dove poter far sfilare, magari in uno stadio di periferia, i mezzi del genio dell’esercito di passaggio verso un capannone o un paesino totalmente distrutto. Dove poter accogliere per organizzarsi e quindi dislocarsi sul territorio, le colonne della protezione civile provenienti da tutte le regioni d’Italia, dove poter raccogliere donazioni volontarie di sangue e magari generi alimentari e di prima necessità.
Una sfilata militare e militante sobria e pragmatica, in diretta no-stop per tutta la giornata sulle principali catene e radio nazionali. Perché i nostri mezzi militari (Jeep, ruspe del genio, corpi speciali) non sono meno belli se sporchi di fango e, francamente, sono più utili. Sognerei una festa della Repubblica propria di una nazione che è orgogliosa delle proprie radici ma anche della propria voglia di ripartire. Una festa della Repubblica che tutto il mondo ci invidierebbe.